Palazzo Ducale di Mantova, Reggia dei Gonzaga dal 1328 al 1707 fu il luogo del potere e della corte. Un affascinante labirinto variamente aggregatosi nei secoli. Palazzo Ducale si estende su di un’area di 35 mila mq. fra l’attuale piazza Sordello e i laghi. Questa vasta dimora comprende piazze, giardini e la Basilica Palatina.

Una Città-Palazzo articolata in più nuclei.

Camera degli Sposi

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Corte Vecchia, prospiciente Piazza Sordello con i medievali Palazzo del Capitano e Magna Domus di Guido Bonacolsi detto Bottesella. Il trecentesco Castello di San Giorgio, scrigno della “Camera degli Sposi” di Andrea Mantegna. Corte Nuova con la Sala di Manto un simbolo della storia urbana e fastoso ingresso dell’appartamento Grande di Castello. L’appartamento del primo duca  Federico II Gonzaga, opera dell’inconfondibile Giulio Romano. Per non dimenticare i Camerini Isabelliani, con lo Studiolo e la Grotta, l’ambiente più enigmatico del Palazzo.

 

Sala del Morone

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Dopo lo scalone delle Duchesse si arriva alla sala del Morone, autore della grande tela che é l’emblema del Palazzo: “La cacciata dei Bonacolsi”. La celebre battaglia combattuta il 16 Agosto del 1328 in piazza San Pietro, l’odierna piazza Sordello. Durante la quale i Signori Corradi, originari di Gonzaga, riuscirono a scalzare la famiglia Bonacolsi e a divenire i Capitani del popolo. Il quadro documenta l’originaria facciata della Cattedrale di Mantova realizzata dagli architetti Jacobello e Pierpaolo dalle Masegne nel 1396 per volontà di Francesco Gonzaga IV Capitano e poi demolita nel tardo XVIII secolo.

Sala del Pisanello

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La sala deriva il nome da Antonio di Puccio Pisano detto Pisanello. Dal 1422, Pisanello sarà a contatto con la corte di Mantova, chiamato dal marchese Gian Francesco Gonzaga per realizzare un ciclo pittorico: “Il Torneo”. Cavalieri con armature da parata, cavalli di razza Corsiera coinvolti in un acceso combattimento.

Non solo l’opera pittorica é di grande impatto, ma anche le “Sinopie” (dalla terra di Sinope), distese lungo le altre pareti della sala, esprimono la grande abilità disegnativa di Pisanello, straordinario artista del mondo tardo-gotico.

Sala degli Arcieri

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Il salone ospita la celebre pala del fiammingo Pietro Paolo Rubens, vero capolavoro del 1605: La pala della Santissima Trinità.
Purtroppo, solo la tela centrale é rimasta in Italia, in quanto gli altri due dipinti che l’accompagnavano, La Trasfigurazione di Cristo e Il Battesimo di Cristo, vennero trafugati alla fine del Settecento dall’Armata Napoleonica.

Galleria degli Specchi

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La Galleria degli Specchi deve il suo nome alla presenza degli specchi e alla ricca decorazione neoclassica realizzata tra il 1773 e il 1779 da Giocondo Albertolli. Inizialmente si presentava come un loggiato prospiciente il giardino Ducale, chiuso poi dal Duca Vincenzo I Gonzaga.  Successivamente, il VI Duca, Ferdinando, commissionava ai pittori Francesco Gessi e Giangiacomo Sementi, allievi di Guido Reni, l’affrescatura della volta. Importante l’intervento seicentesco dell’architetto Ducale Anton Maria Viani, autore del bellissimo fregio con putti e festoni bianchi su fondo aureo. L’ illusionistico soffitto, raffigurante gli Dei Olimpici, offre allo spettatore divertenti effetti ottici.

Sala dello Zodiaco

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La sala presenta una straordinaria volta a padiglione dipinta nel 1579 da Lorenzo Costa il Giovane per Guglielmo Gonzaga.   La raffigurazione delle costellazioni dell’emisfero boreale fluttuano in un cielo blu notte punzonato di stelle che rimandano alla cultura tardomanieristica romana ( sala del Mappamondo del palazzo Farnese di Caprarola).  Al centro le figure di Astrea, divinità pagana, e di Diana.  Astrea veniva talvolta usata come emblema del Duca Guglielmo.

Galleria dei Fiumi

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La meravigliosa loggia mostra una decorazione rococò dovuta all’intervento settecentesco dell’architetto e scenografo Gaetano Crevola e del pittore Giorgio Anselmi, autore delle personificazioni dei Fiumi del territorio mantovano.  Nel cinquecento la loggia era destinata ai banchetti e si affacciava sul Giardino Pensile costruito nel 1579-80 su disegno dell’architetto mantovano Pompeo Pedemonte. “ Le grotte”, stupefacenti decorazioni ove l’arte mima la natura, sono collocate alle due estremità della loggia e vengono definite da conchiglie, stucchi e concrezioni rocciose, ove meravigliose creature marine sembrano essere le protagoniste.

Sala di Manto

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La sala di Manto é tra i più vasti e suggestivi ambienti del palazzo Ducale.   Viene dedicata da Guglielmo, terzo Duca di Mantova, alla celebrazione della mitica fondatrice della città,  la profetessa Manto, figlia dell’indovino Tiresia, in fuga da Tebe:  l’ipotesi viene accolta anche da Dante nel XX Canto dell ‘Inferno.
Il salone funge da fastoso ingresso all’appartamento Grande di Castello, realizzato a partire dall’inizio degli anni 70 del Cinquecento per opera del “Prefetto delle Fabbriche” Giovan Battista Bertani e del pittore di Corte Lorenzo Costa il Giovane. Vengono celebrate le origini mitiche della città e quelle storiche della dinastia, sollecitando nel Visitatore  sentimenti di ammirazione e di stupore.

 Il palazzo Ducale é meraviglioso: “Per grandezza del circuito, per moltitudine d’appartamenti, per vaghezza delle stanze …”; così la cancelleria ducale decantava la Reggia dei Gonzaga nei primi anni del ‘600.